Letture Magistrali

Antonio Bicchi

Antonio Bicchi è Senior Scientist presso l'Istituto Italiano di Tecnologia di Genova e Professore di Robotica all'Università di Pisa. Si è laureato all'Università di Bologna nel 1988 ed è stato borsista postdoc al laboratorio di intelligenza artificiale del M.I.T. Insegna Robotica e Sistemi di Controllo presso il Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione (DII) dell'Università di Pisa. Dal 1990 guida il Gruppo di Robotica presso il Centro di Ricerca "E. Piaggio" dell'Università di Pisa. È responsabile del SoftRobotics Lab for Human Cooperation and Rehabilitation presso l'IIT di Genova. Dal 2013 è Professore Aggiunto presso la School of Biological and Health Systems Engineering della Arizona State University. Da gennaio 2023 è Editor-in-Chief dell'International Journal of Robotics Research (IJRR), la prima rivista scientifica in Robotica. È stato il fondatore e primo Editor- in-Chief dell'IEEE Robotics and Automation Letters (2015-2019), che è rapidamente diventato il principale giornale di Robotica per numero di sottomissioni. Ha organizzato la prima WorldHaptics Conference (2005), oggi la principale conferenza nel settore. È co-fondatore e Presidente dell'Istituto Italiano di Robotica e Macchine Intelligenti (I-RIM). I suoi principali interessi di ricerca riguardano Robotica, Aptica e Sistemi di Controllo. Ha pubblicato più di 500 articoli su riviste internazionali, libri e conferenze referate. La sua ricerca sulle mani umane e robotiche è stata generosamente supportata dal Consiglio Europeo della Ricerca con un Advanced Grant nel 2012, un Synergy Grant nel 2019 e tre Proof-of-Concept grants. Ha ideato e oggi coordina scientificamente il JOiiNT Lab, un avanzato laboratorio di trasferimento tecnologico con industrie all'avanguardia nel Kilometro Rosso Innovation District di Bergamo, Italia.

Mani, mani artificiali, protesi ed extratesi: come il sistema nervoso gestisce la complessità

SINTESI:
La mano umana e l’arto superiore rappresentano una delle maggiori meraviglie del corpo umano: nonostante la loro enorme complessità motoria e sensoriale, il nostro sistema nervoso riesce a controllarle sia con abilità che con forza, non richiedendo apparentemente a noi alcuna attenzione. Nel linguaggio della filosofia della mente, la mano è quindi uno degli esempi precipui di quella che viene chiamata intelligenza corporea, o “embodied intelligence”.

Le intuizioni che negli anni recenti le scienze del moto hanno fornito alla ingegneria sono servite, assieme alle nuove tecnologie della robotica “soft”, a creare mani artificiali che sono antropomorfe non solo esteticamente, ma anche funzionalmente.

Questa nuova famiglia di mani artificiali soft apre prospettive interessanti per la riabilitazione, che saranno discusse in questa lezione. Parleremo quindi di protesi e del senso di inclusione nello schema corporeo dei loro utenti, che deriva dal loro antropomorfismo funzionale. Introdurremo poi il meno comune concetto di extratesi, ovvero di arto soprannumerario o “terza mano”, per la riabilitaizone di pazienti che abbiano visto compromesse le proprie capacità di controllo degli arti naturali. In questo ambito parleremo di esperienze fatte per l’assistenza a pazienti colpiti da ictus ormai in fase cronica, e presenteremo alcuni recentissimi risultati di una applicazione pilota a pazienti in fase subacuta.

Giovanni Boniolo

Il Prof. Giovanni Boniolo (laurea in Fisica e in Filosofia), ha lavorato all’Università di Padova (Dipartimento di Filosofia), all’Università di Milano (Dipartimento di Medicina e aggregato al Dipartimento di Oncologia Sperimentale dello IEO), all’Università di Ferrara (Dipartimento di Neuroscienze e Riabilitazione). È Ambasciatore Onorario della Technische Universität München, dove è anche Alumnus dell’Institute for Advanced Study. Ora si interessa di filosofia della medicina e della biomedicina, di etica della ricerca e della pratica clinica, di filosofia della scienza generale e di educazione alla libertà. È membro e consulente di riviste, case editrici e istituti culturali nazionali e internazionali. Il suo lavoro è testimoniato da circa 20 fra monografie e curatele e da circa 260 saggi pubblicati su riviste internazionali con arbitraggio. Gli ultimi libri: Decidere, morire ed essere nella medicina di oggi, Mimesis, Milano 2023; L’educazione liberale, Mondadori Università 2024. Con E. Martinelli ha editato La cura del paziente e la diversità spirituale. Per una medicina interculturale, Mimesis 2024. Web Page https://giovanniboniolo.it/

La responsabilità etica e sociale del conoscere fra pratica clinica e ricerca

SINTESI:

La lectio magistralis parlerà di che cosa significhi essere responsabile e di che cosa significhi mantenere un comportamento eticamente plausibile nell’ambito della pratica della fisioterapia.

Andrea Merlo

Andrea Merlo è Responsabile Scientifico dell’Ospedale Privato Accreditato Sol et Salus, Torre Pedrera di Rimini. Si è laureato in Ingegneria Elettronica con indirizzo in Bioingegneria presso il Politecnico di Torino ed ha conseguito il dottorato in Medicina e Terapia Sperimentale presso l’università di Torino. Ha lavorato come ricercatore presso il Laboratorio di Ingegneria del Sistema Neuromuscolare e della Riabilitazione Motoria (LISiN) per poi spostarsi in ambito ospedaliero. Ha lavorato presso il LAM - Laboratorio Analisi Movimento del Dipartimento Neuromotorio Riabilitativo dell’Azienda USL-IRCCS di Reggio Emilia e presso il Gait&Motion Analysis Laboratory dell’ospedale Sol et Salus di Rimini, dedicandosi in un primo periodo allo sviluppo di misure strumentali del movimento (cammino, equilibrio, prensione, masticazione) e dell’iperattività muscolare, e successivamente alla definizione, sviluppo e infine gestione delle attività di ricerca di laboratorio, sino alla posizione attuale. La sua attività scientifica ha un focus principale sull’utilizzo dell’elettromiografia di superficie e della valutazione strumentale a favore dell’appropriatezza dell’intervento riabilitativo. È autore di circa 80 pubblicazioni su riviste internazionali. È Associate Editor, Review Editor e revisore per numerose riviste di ambito riabilitativo. È membro del direttivo della Società Italiana di Analisi del Movimento in Clinica (SIAMOC), dove si occupa di aspetti formativi riguardanti l'EMG di superficie.

Elettromiografia di superficie: una risorsa per la clinica e la ricerca in riabilitazione

SINTESI:

L’elettromiografia di superficie (sEMG) offre una finestra per indagare l’attività muscolare e il suo contributo al movimento. Permette di misurare il reclutamento durante compiti motori, di misurare spasticità e iperattività a lettino e durante gesti della vita quotidiana, di studiare la relazione tra agonisti e antagonisti, le sinergie e l’affaticamento muscolare. Premette di monitorare il procedere della reinnervazione, di controllare protesi bioniche, di guidare exergames riabilitativi, sino alla possibilità studiare il drive centrale a partire dall’attivazione delle singole unità motorie. Le sue applicazioni sono molteplici in riabilitazione neurologica, ortopedica, muscoloscheletrica, sportiva, del pavimento pelvico, dell’articolazione temporo-mandibolare, in ergonomia, in acqua ed in fisiologia di base. Verranno presentati gli usi clinici di sEMG in questi ambiti, le innovazioni tecnologiche nel settore e come queste possono favorire lo sviluppo di nuove linee di ricerca.

Vittorio Sanguineti

VS è professore ordinario di bioingegneria presso l'Università di Genova e coordinatore del locale corso di laurea triennale/magistrale in ingegneria biomedica. Dopo il dottorato di ricerca in robotica (Univ. Genova, 1994) ha lavorato come post-doc presso l'Institut National Polytechnique de Grenoble (1995-1996), la McGill University (1996) e la Northwestern University Medical School (1997-1998). Dal 1999 è docente presso l'Università di Genova. Nel 2009-2013 è stato team leader presso l'Istituto Italiano di Tecnologia. Il suo principale ambito di ricerca è il controllo neurale dei movimenti e la robotica per la riabilitazione. In particolare, ha studiato il controllo sensomotorio in singoli individui e diadi (joint action), utilizzando una combinazione di esperimenti comportamentali e modelli computazionali, in soggetti sani e in persone con disturbi neurologici e cognitivi. È autore di oltre 150 articoli su riviste internazionali e comunicazioni a conferenze ed è co-autore di due libri, il più recente ‘Rehabilitation Robotics – Technology and Application’ pubblicato nel 2018 da Elsevier. È stato PI o co-PI in progetti di ricerca nazionali e internazionali. La sua ricerca attuale è finanziata dai programmi NextGeneration EU su robotica biomedica (RAISE, FIT4MEDROB), neuroscienze (MNESYS) e digital health (DHEAL-COM).

Riabilitazione come gioco: la teoria dei giochi applicata alla riabilitazione neuromotoria

SINTESI:

Molte delle nostre attività quotidiane si svolgono in contesti sociali e sono coordinate con altre persone. Anche situazioni apparentemente semplici, come una coppia di danzatori o un terapista che interagisce fisicamente con un paziente, richiedono forme di interazione sofisticate che richiedono la comprensione delle intenzioni e delle azioni del partner.
Negli ultimi anni è stato spesso evidenziato che l’integrazione di informazioni sensoriali e il controllo dei movimenti si possono utilmente interpretare in termini economici (percezione e azione ‘ottime’). E’ possibile estendere lo stesso approccio allo studio dell’azione congiunta (joint action) utilizzando uno strumento matematico (la teoria dei giochi) che è solitamente applicato in economia e politica per studiare situazioni che coinvolgono, secondo la definizione di John Nash, ‘due o più individui i cui interessi non sono né completamente opposti né del tutto coincidenti’. Mostrerò come coppie di individui che interagiscono fisicamente sviluppano forme di coordinazione che possono essere interpretate come il bilanciamento dei rispettivi costi e benefici (equilibri di Nash). Mi concentrerò in particolare sulle implicazioni di questi studi per lo sviluppo di “terapisti” robotici artificiali, con una capacità “ottimale” di comprendere la compromissione del paziente e di facilitarne il recupero.